Blog «Quelli che si lamentano di più sono quelli che soffrono di meno». (Tacito)

Salviamo Corso Marconi

Sezione del parcheggio pertinenziale privato di Corso Marconi dal primo progetto.

Questo albero è stato piantato e donato alla città dal Comitato Salviamo Corso Marconi”:  sta scritto su un nastro di cartoncino che inanella uno dei dieci piccoli ippocastani che il 5 ottobre 2013, nel corso di una delle azioni di protesta del Comitato,  hanno colmato le lacune lasciate dagli abbattimenti  degli ultimi anni nei filari delle alberate di Corso Marconi.  Il 4 luglio era già stato piantato un alberello cresciuto da una castagna raccolta nove anni prima proprio nel viale. «Il 4 luglio abbiamo piantato un ippocastano, oggi ne piantiamo 10 perché il nostro messaggio all’amministrazione è che non ci facciamo piegare: siamo pronti a decuplicare gli sforzi per difendere il nostro viale che nel 2010 l’Unesco ha raccomandato di comprendere nella  zona di rispetto del Castello del Valentino, Patrimonio Universale dell’Umanità» la dichiarazione intransigente del Comitato.

A cosa non vuole piegarsi il Comitato Salviamo Corso Marconi? Proviamo a sintetizzare le ragioni principali di una opposizione motivata quanto inascoltata (nel riquadro più sotto le tappe principali della vicenda).

In primo luogo i cittadini del Comitato si oppongono alla compromissione dell’alberata del viale più antico di Torino. Già un contratto del 28 luglio 1594 stabilisce l’obbligo di « piantare, far piantare e mantenere […] tutti li alberi che mancano alla strada grande che comincia appresso la chiesa di San Salvario e va a dirittura alla porta grande del Palazzo, et giardino di esso Valentino». Dal 1620 al 1666 l’area fu interessata dai lavori di ricostruzione e abbellimento del Castello del Valentino e della chiesa di San Salvario, entrambi su progetto del Castellamonte, e che il viale alberato unisce non solo come percorso, ma anche visivamente con quello che da più parti viene chiamato “cannocchiale prospettico”. Il viale è periodicamente curato e oggetto di manutenzione e diviene modello per i viali limitrofi. Nel suo Piano di espansione per l’area di San Salvario del 1851 Carlo Promis assunse il viale del Valentino (questo l’antico nome del corso) come uno degli assi regolatori del piano, conservandone il tracciato. La Guida di Torino di E. Borbonese del 1898 riporta come gli ippocastani avessero sostituito gli originali «olmi, atterrati nel 1883».

Il progetto di fattibilità del Comune e quello preliminare dell’aggiudicatario prevedono  che per tutto il tratto di Corso Marconi tra Via Madama Cristina e Corso D’Azeglio tutti gli alberi esistenti vengano rimossi (tramite espianto e trapianto  in zona limitrofa [?] di quelli giovani – diametro inferiore ai 30 centimetri – e l’abbattimento degli esemplari con diametro superiore ai 30 centimetri, i più antichi). I due filari dovrebbero essere “ripristinati” piantando i nuovi ippocastani in vasche di cemento su soletta larghe 3 metri e profonde un metro e mezzo.  In risposta ad una preoccupata lettera di una cittadina, l’assessore all’Ambiente Enzo Lavolta rassicurava che «la profondità della soletta ad 1,5 metri di profondità e la possibilità di espansione laterale dell’apparato radicale, consente lo sviluppo e la crescita di alberi ad altofusto di altezza superiore ai 15 metri». Purtroppo molti cittadini non si sentono affatto rassicurati e (in attesa di esempi concreti e verificabili di tale affermazione) continuano a dubitare che tanto possano crescere in salute degli ippocastani in simili canaletti di cemento (anche perché un esempio dalla mente non riescono a toglierselo: Piazza Valdo Fusi); temono comunque per la stabilità di simili giganti dai piedi d’argilla, considerando anche  che i temporali dell’ultima estate a Torino sono riusciti ad abbattere ben 250 alberi (seppure cresciuti in piena terra).

Per stabilizzare  gli alberi il progetto del concessionario prevede l’uso di una rete metallica, sepolta nelle vasche un metro sotto terra, cui ancorare legacci e tiranti (ribattezzati “i girelli” dal Comitato). Alberi in vasche (di ridotte dimensioni e scarsa profondità) sono esposti a rischi di aridità con tempo secco e di marcescenza delle radici in caso di ristagno di un eccesso di precipitazioni o di irrigazione: nel progetto il problema viene affidato a (inevitabili) impianti di irrigazione artificiale e substrati e condotti di drenaggio. Insomma un sistema artificialmente complesso per cercare di tenere in vita (riuscendoci?) degli alberi meno alti e meno vigorosi di quelli che, se curati più semplicemente, potrebbero affrontare le sfide dell’ambiente urbano e svolgere più efficacemente il loro compito di convertitori di gas serra e filtro delle micropolveri (per queste ultime Torino detiene non invidiabili primati), oltre che di insostituibili e focali elementi del paesaggio.

Gli ippocastani di Corso Marconi non sono in buonissime condizioni: assenza di cure, danni alle radici da numerosi lavori di scavo e posa di cavi (sul corso si affaccia una importante centrale telefonica), pressione sul suolo a ridosso delle piante, inquinamento e parassiti non li hanno certo aiutati (sono una dozzina ormai le lacune che le piantine del Comitato hanno cercato simbolicamente di colmare). Buone cure e buona manutenzione  permetterebbero anche agli alberi di questo storico viale di ombreggiare maestosi il corso ed inquadrare degnamente le prospettive che legano San Salvario al Castello del Valentino; ma, in un “altrove” che non ha orecchie per i cittadini, qualcuno ha deciso che, intanto, quelli sono alberi destinati all’abbattimento. «Non ci sono soldi per la manutenzione di Corso Marconi» affermava l’assessore Lubatti al Consiglio aperto della Circoscrizione per sostenere l’ineluttabiltà della cessione di un bene pubblico ad un uso privato; i cittadini che animano il Comitato chiedono all’assessore, alla Giunta, al Consiglio: quanto costerà alla Città la manutenzione della precaria e complicata alberata in vaschette di cemento su soletta che sostituirà quella pluricentenaria in piena terra? La concessione  del suolo pubblico è per novanta anni; lo scatolone in cemento del parcheggio privato sotterraneo resterà lì per sempre (nessuno avrà mai i soldi per rimuoverlo), ma la manutenzione degli alberi col girello sarà a carico del concessionario per soli 5 anni! E poi?  Cosa succederà quando le radici degli alberi, facendo il loro lavoro, intaccheranno l’impermeabilizzazione e sarà necessario intervenire per salvaguardare i box? Quanto costerà alla Città? (C’è qualcuno che si ricorda dei Murazzi? O del parcheggio pertinenziale interrato di Corso Croce?) Quanti anni avranno gli alberi quando sarà necessario rimuoverli, con la rete alla quale avranno saldato le radici, per potere eseguire quella manutenzione? Se non ci sono i soldi per la manutenzione attuale dell’alberata, chi garantisce la manutenzione di impianti di irrigazione e drenaggio? I denari che il Comune incasserà, una volta sola, metteranno per un anno una piccola pezza al bilancio, ma la Città sarà esposta in breve a costi crescenti di manutenzione (per garantire garage privati) e, se non ce la farà, Corso Marconi sarà degradato per sempre e ridotto ad un angiporto. Non un affare, ma una specie di “derivato ambientale”.

Tanto scempio di beni comuni per creare dei box privati dei quali non si sente bisogno. L’offerta in zona eccede la richiesta; a duecento metri esatti dal corso, in Via Campana, esistono sette piani (due interrati, cinque fuori terra) di posti auto e box, in buona parte in vendita (con offerte tipo “compri 5 paghi 4”) e altra offerta permane in zona, anche in parcheggi interrati di recente realizzazione.  A mancare, invece, sono i posti auto a rotazione e per i residenti, anche per la pressione della movida notturna e la proliferazione di dehors. Il progetto peggiora la situazione: sono circa duecento i posti in superficie che scompariranno.

Anche chi, come chi scrive, è favorevole (opinione personale e non condivisa da tutto il Comitato)  a una prudente, ragionata, discussa e condivisa risistemazione e parziale pedonalizzazione del corso, ritiene che qualsiasi progetto sul viale debba in primo luogo dare una soluzione alternativa alla sosta delle auto che attualmente stazionano in superficie. Una soluzione (alternativa all’interrato) avrebbe potuto forse essere un multipiano, almeno parzialmente a rotazione, nell’ex palazzo delle Poste di via Nizza; si sarebbe potuto dare in concessione, invece del suolo e degli alberi, il V padiglione i Torino Esposizioni a chi lo facesse finalmente funzionare (tutto l’anno!) come parcheggio; magari con un servizio di navetta che attraversi il Valentino e permetta anche di eliminarvi finalmente i parcheggi “provvisori”; navetta magari in parte finanziata con il contributo dei locali della movida che con la loro attività e con i loro dehors hanno acuito il problema… Magari…

Come dice il nostro Sindaco «L’ingegno umano è in grado di risolvere qualsiasi problema». Il primo passo è quello di non incaponirsi con le soluzioni irrazionali o, peggio, semplicemente stupide.

Cronologia

Aprile 2011: in campagna elettorale Mario Cornelio Levi, candidato alla presidenza della Circoscrizione VIII, lamenta la carenza di parcheggi e la necessità di creare  parcheggi di interscambio.
4 giugno 2012: la Direzione Infrastrutture e Mobilità Servizio Riqualificazione Spazio Pubblico della Città chiede il parere della Circoscrizione VIII «in ordine programma di nuove localizzazioni per parcheggi pertinenziali e nello specifico sulle localizzazioni ricadenti sul territorio circoscrizionale:
·  Corso Marconi (Madama Cristina/M. D’Azeglio)
·  Corso Massimo D’Azeglio (fronte Teatro Nuovo)
·  Piazza Nizza (versante ovest)
»
11 luglio 2012: il Consiglio di Circoscrizione con n. 19 voti favorevoli delibera « di esprimere in merito programma di nuove localizzazioni per parcheggi pertinenziali [in Corso Marconi], parere sfavorevole» in quanto pertinenziali privati.
22 ottobre 2012: la Giunta Comunale approva il “piano dei parcheggi pertinenziali” (una ventina), all’interno del quale è previsto, in deroga ai vigenti regolamenti del verde pubblico e privato, di procedere alla pubblicazione di un bando per la realizzazione di un parcheggio privato pertinenziale, da localizzare nel sottosuolo di Corso Marconi, nel tratto compreso fra Corso Massimo D’Azeglio e Via Madama Cristina.
19 febbraio 2013: la Giunta Comunale approva il via libera alla pubblicazione del bando di gara per la costruzione del parcheggio sotterraneo di corso Marconi.
5 marzo 2013: Mirko Dancelli, Franco Mauriello e Carmelo Cosentino  depositano la petizione al Consiglio Comunale (per il c.d. “diritto di tribuna”) chiedendo  lo stralcio del parcheggio  «in quanto non corrisponde ad effettive necessità dei residenti, comporta rilevanti guasti ambientali e non è stato effettuato l’esame di eventuali alternative».
3 aprile 2013 si svolge un burrascoso Consiglio dell’VIII Circoscrizione, aperto agli interventi dei cittadini, con la presenza dell’assessore Lubatti e di tecnici comunali «nel corso del quale è emersa una netta contrarietà, da parte della cittadinanza, alla suddetta opera».  Molti cittadini si indignano rumorosamente quando l’assessore ribadisce che l’opera non è in discussione e le decisioni, irrevocabili, sono già state  prese.
5 aprile2013: sulla Gazzetta Ufficiale Italiana, viene infatti  pubblicato il bando di gara.
11 aprile 2013: nasce il Comitato Salviamo Corso Marconi, spontaneamente formato da cittadini contrari alla realizzazione di parcheggio pertinenziale interrato nell’omonimo corso. La costituzione del Comitato, con la definizione di uno statuto e l’elezione di rappresentanti, sarà formalizzata il 13 maggio 2013.
16 aprile 2013: sono depositate in Comune 1.027 firme sottoscritte alla petizione Dancelli et al. . Per ottenere il "Diritto di tribuna" ne bastavano 300. La raccolta di firme proseguirà (con le stesse modalità previste dal regolamento del Consiglio) e quando verrà interrotta a settembre le firme saranno oltre 4000. Nello stesso 16 aprile  Italia Nostra sez. Torino, Legambiente Ecopolis, Pro Natura Torino inviano all’ arch. Luca Rinaldi Sovrintendente ai Beni Architettonici e Paesaggistici una richiesta di tutela sul viale alberato di Corso Marconi.
23 maggio 2013 Conferenza stampa del Comitato SCM in Comune alla presenza del Presidente del Consiglio Comunale per il “Diritto di tribuna”. Il Presidente Ferraris ammette: «forse sottovalutate alcune criticità».
5 giugno 2013Diritto di tribuna”:  Comitato SCM in Comune discute con Consiglieri,  Commissioni Ambiente ed Urbanistica con loro presidenti, Assessore Lubatti. Lo stesso giorno la commissione  insediata per il bando d’asta 28/2013 inizia le procedure con l’accoglimento delle due proposte pervenute (da  LL Torino srl e da Gestinord srl).
11 giugno 2013:  il Comitato SCM invia lettera  al  Sottosegretario Dott.ssa  Ilaria Borletti Buitoni  del Ministero per i Beni e le Attività culturali con oggetto: Tutela del patrimonio storico artistico e paesaggistico nella città di Torino.  Richiesta di tutela per corso Marconi, già “Viale del Valentino”, viale storico di Torino.
4 luglio 2013: affollata protesta in Corso Marconi, convocata dal Comitato, nel corso della quale viene anche piantato un piccolo ippocastano cresciuto da una castagna raccolta nove anni prima proprio nel viale.
4 settembre 2013: la Commissione apre le buste delle offerte economiche e aggiudica la gara a Gestinord srl  che ha effettuato un rialzo del 238% (da € 300.000 a € 1.015.000).
5 ottobre 2013: nuova manifestazione indetta dal Comitato in Corso Marconi; vengono piantati altri dieci piccoli ippocastani e parte la raccolta di fondi per le spese per sostenere un ricorso  al TAR.
24 ottobre 2013: la raccolta fondi continua con un aperitivo di autofinanziamento. A fine novembre la raccolta (che continua: IBAN IT39 G069 0601 002 0000 0000 7147 ; beneficiario: Comitato Salviamo Corso Marconi) aveva raggiunto 4900 euro.
28 ottobre 2013:  incontro in Circoscrizione 8 (invitate Donne Difesa Società Civile, Rispettando San Salvario. Comitato Salviamo Corso Marconi) per  «presentare la proposta di sistemazione superficiale e raccogliere le osservazioni e le richieste in merito al progetto in preparazione della Conferenza dei  Servizi prevista per il 30 ottobre»
30 ottobre 2013: prima Conferenza dei Servizi.
19 novembre 2013: riunione II Commissione (pres. Addoniso) della Circoscrizione VIII con, all’O.d.G.: «Riqualificazione superficiale c.so Marconi: aggiornamento»

[articolo originariamente pubblicato con il titolo "Parcheggio perinenziale interrato di Corso Marconi: una storia di ordinaria follia..." in Oltre Po e San Salvario, anno 43, n° 2, Dicembre 2013, pp.1-2

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