Fotografare i fiori primaverili è banale
Fotografare i fiori primaverili è banale; troppo facile fare leva sulla loro straordinaria naturale bellezza. Forse, però, il ricordo della strage di fiori – dei susini, del ciliegio, del pero, del melo ... d'ogni fiore – dell'anno scorso, quando una pioggia interminabile, ghiacciata, mista a nevischio, a rose di pallini di ghiccio, tagiata da folate di vento gelido distrusse ogni consolazione primaverile e ogni speranza di frutta – quel ricordo, forse, rende un po' più giustificabile questa ingenuità amatoriale. Anche quando indugia sull'ape intenta in ciò che una retorica antica definisce lavoro, ma che assomiglia più al ciondolare di chiosco in bar in un pomeriggio assolato di un qualche flâneur arcadico.
Ripensandoci, però, che tanta straordinaria naturale bellezza ritorni (quasi) ogni anno non la rende poi tanto banale. Anche perché, lavoro o flânerie, dove saremmo noi, senza quei fiori e senza quelle api?